mercoledì 9 novembre 2011

Introduzione al Blog

Nel 1934 Julius Evola pubblicò,tramite la casa editrice Hoepli, quella che è universalmente considerato la sua più importante Opera “Rivolta contro il mondo moderno”.Tale opera è stata definita dal Poeta Tedesco e premio Nobel,Gottfried Benn “Un libro la cui lettura trasforma profondamente colui che lo legge”.Indipendentemente dai limiti del c.d. “Tradizionalismo Integrale”(i cui indiscussi capiscuola sono lo stesso Evola e Renè Guenon) nel senso indicato da Scaligero in “Iniziazione e Tradizione” ed. Tilopa Roma(su ciò si veda l’articolo del Blog dal titolo “Il problema della Tradizione”) non v’è dubbio che la summenzionata Opera rappresenti una autentica pietra miliare nel cammino per il trascendimento della moderna barbarie materialista e per l’acquisizione di una corretta visione del mondo in cui viviamo. Tuttavia il successivo conflitto mondiale,l’epoca della “guerra fredda” ed i tre grandi eventi che ne sono seguiti(rivoluzione informatica,crollo del comunismo,globalizzazione) inducono a ritenere corretto parlare non più di “mondo moderno” governato dalla casta dei servi(sudra in sanscrito) ma bensì di “mondo contemporaneo”ove è ormai verificabile addirittura un dominio dei “fuori-casta” (paria in sanscrito) sempre sapientemente pilotato da quelle ristrette oligarchie economiche che governano il mondo dall’epoca in cui le Tradizionali funzioni Sacerdotali e Regali sono venute meno,essenzialmente,come spiega Evola,per inadeguatezza e decadimento degli esponenti preposti a tali funzioni. Quindi molto è progredita l’epoca oscura(Kaly-Yuga) da quel lontano 1934,allontanando sempre di più l’essere umano dalle sue radici Spirituali e perciò divine. Abbiamo perciò deciso di chiamare questo Blog “Rivolta contro il mondo contemporaneo”:esso è aperto al contributo di tutti coloro che condividano una visione Spiritualista e Tradizionale del mondo ove si intenda per “Tradizionale”il richiamo alla Tradizione Unica e Perenne che modifica le Sue proprie forme in virtù delle diverse evoluzioni umane ma la cui essenza,il cui nucleo fondante,riesca sempre a mantenersi inalterato. Gli articoli non sono firmati affinchè essi vadano considerati come diversi capitoli di una unica grande Opera:la rettificazione dell’Uomo. Chiunque potrà inviarli alla redazione del Blog all'indirizzo diamondmoor@gmail.com che li pubblicherà volentieri laddove vengano ravvisati quei criteri di rispondenza allo scopo che ci prefiggiamo e che abbiamo dianzi espresso.

lunedì 7 novembre 2011

L'UOMO NUOVO SECONDO IL "SIG. G "

Giorgio Gabersich,in arte Gaber era nato a Milano nel 1939 da genitori entrambi Veneti. Divenuto popolare come cantante negli anni ’60 del secolo scorso è stato per quasi 40 anni uno dei maggiori protagonisti della musica italiana spesso ponendosi in una posizione di aperto contrasto non solo con la società borghese e benpensante del Belpaese ma anche con la intellighenzia political correct del mondo artistico e culturale italiano fin de  secle .Il caso più clamoroso avvenne nel 1980 quando la sua canzone “Io se fossi Dio”scatenò un unanime coro di proteste dal centro,da sinistra e da destra per le poco riguardosi frasi utilizzate nei confronto di Aldo Moro,ucciso dalle Brigate Rosse pochi anni prima. Il “Sig. G” come egli stesso si era ribattezzato,fu uno spirito irrequieto,iconoclasta fino all’estremo,incapace di legarsi a qualunque ideologia,moda,tendenza. Fu però un geniale artista,amato dal pubblico ed ammirato dalla maggior parte dei grandi cantautori italiani che vedevano in lui un sicuro punto di riferimento,artistico e morale. Non volle mai legarsi alle logiche del mercato discografico e riuscì a gestire la propria esistenza,umana ed artistica sempre in modo libero ed indipendente,fino alla morte,avvenuta il 1 Gennaio del 2003. A noi interessa,in questa sede,produrre una testimonianza su un aspetto poco noto,anzi quasi sconosciuto del “Sig.G”.
Conoscemmo Gaber proprio nel 1980,l’anno di “Io se fossi Dio”essendo rimasti incuriositi da questa sua canzone ed avendo in precedenza ascoltato lusinghieri commenti su di lui dal grande musicista e studioso-praticante di Esoterismo Franco Battiato. Fin dal nostro primo incontro,avvenuto nella sua casa milanese ,ci apparve chiaro di trovarci davanti ad una personalità straordinaria. Giorgio era davvero un uomo eclettico,un autentico uomo del Rinascimento,capitato quasi per sbaglio in quest’epoca da lui stesso definita medioevale. Curioso per natura e portato naturaliter alla sperimentazione diretta,egli aveva conosciuto la Via Spirituale nella forma dell’insegnamento ideato da Gurdjeff,essendo divenuto discepolo del figlio di quest’ultimo Andreji. Fu proprio Gaber a parlare a Battiato di Gurdjeff ed a fargli conoscere i grandi Maestri Sufi: Rumi,Ibn Arabi,Sorawardi,Al Kubra. La natura indipendente e critica di Giorgio gli impediva però di tollerare a lungo “Gruppi”, “Istituzioni”,”Cerchi” e affini:distaccatosi dalla scuola di Gurdjeff segui’ un personale ed isolato cammino,mantenendo tuttavia,come punto di riferimento fino alla morte il Grande Maestro Sufi Gabriel Mandel che viveva a Milano.  Giorgio era tenacemente convinto del primato dello Spirito sulla materia ma il suo scetticismo nei confronti della capacità da parte degli uomini di rinunciare a qualsivoglia forma di potere verso i propri simili lo portava a ritenere che tutte(o quasi) le Associazioni Esoteriche fossero destinate a fallire. I suoi modelli ideali erano Bruno e Campanella,non a caso isolati,perseguitati,osteggiati ed imprigionati. Ammirava moltissimo anche il grande Filosofo Baruch Spinoza “Un uomo veramente libero non viene mai accettato dalla società in cui vive” amava ripetere. Fu lui a consigliarmi di scrivere tutto ciò che ho pubblicato,saggi,romanzi,articoli senza mai usare il mio nome ma utilizzando eteronimi diversi:” “Così non avrai la tentazione di cedere alle lusinghe di esercitare il potere sugli altri”mi diceva. Verso la fine degli anni ’90 dietro mie reiterate insistenze si decise a studiare a fondo “Il Corpus Hermeticum” cosa non semplice per lui che era profondamente pigro e disordinato e che era solito leggere 5-6 libri contemporaneamente. Dopo diversi anni mi disse che aveva elaborato alcune considerazioni sull’argomento ma che preferiva parlarmene di persona. In quello che fu il nostro ultimo incontro dato che Giorgio era ormai affetto dalla malattia che lo avrebbe condotto alla morte,mi espose alcuni ragionamenti ed alcune interpretazioni della Via Ermetica che mi lasciarono sbalordito:con la sua acuta intelligenza e con la profonda sensibilità che lo contraddistinguevano il Sig. G era arrivato da solo, senza Scuole o Maestri alla comprensione dei Massimi Arcani. Era dunque uno di quegli uomini rarissimi,come Steiner spiega,in grado di procedere del tutto autonomamente sulla Via Spirituale. La profonda comprensione del Cammino Ermetico e la assimilazione dell’insegnamento di Bruno e Campanella è evidente nella sua ultima lirica”Se ci fosse un Uomo” che chiude il C.D. “Io non mi sento italiano” uscito appunto,postumo,nel 2003.
Se ci fosse un uomo,un uomo nuovo e forte,forte nel guardare sorridente la sua oscura realtà presente .Forte di una tendenza senza nome se non quella di una umana elevazione….allora si potrebbe immaginare un Umanesimo nuovo,con la speranza di veder morire questo medioevo,col desiderio che in una terra sconosciuta ci sia di nuovo l’uomo al centro della vita. Allora si potrebbe immaginare un Neorinascimento,un individuo tutto da inventare ed in continuo movimento…..uno spazio vuoto popolato da un gran senso religioso ma non di religione ,popolato da un uomo cui non basta il crocifisso ma cerca di trovare un Dio dentro se stesso…..”Chi conosce il Cammino Ermetico vede chiaramente come tale lirica sia direttamente ispirata dal “Khibalion” dal “Corpus Hermeticum” da Bruno e Campanella(addirittura ci sono brani recitativi tratti dalla “città del Sole”) ed in generale da quel procedimento noto come “Osirificazione” che rappresenta il senso ultimo e riposto della Tradizione Occidentale. Io sono certo che tale cammino il mio amico e Fratello nello Spirito Giorgio lo abbia realmente compiuto:per questo ho voluto scrivere queste poche cose.

POLITICALLY NOT CORRECT

Le recenti vicende legate agli scandali della c.d. ”casta”, ai processi del Premier On. Silvio Berlusconi (con annessi “bunga-bunga”) e la gravissima crisi economica con conseguente evocazione nell’immaginario dei cittadini di un “rischio Grecia” hanno ingenerato la diffusa opinione che la classe politica italiana (specialmente quella di centro-destra) sia la responsabile unica di tutti i mali del Paese. Mandando a casa i politici corrotti ed infingardi, pensa la maggior parte degli italiani, i problemi della Nazione  si risolveranno. Rudolf Steiner ha detto che la differenza tra Iniziati e non risiede nel fatto che un Iniziato non si limita ad una mera osservazione della realtà sensibile che lo circonda ma analizza anche le cause remote che l’hanno prodotta e lo scenario occulto retrostante ai fenomeni sensibili. Certamente questa classe politica è scandalosa, nessuno escluso dato che prebende e malaffari si verificano sia a destra che a sinistra; probabilmente la seconda repubblica è anche peggio della prima ma è fondamentale osservare altri fatti se si vogliono davvero trovare dei correttivi efficaci alla crisi dell’Italia. Quando si aprì la stagione di “tangentopoli” con arresti ed incriminazioni a raffica a danni dei politici, la gente si aspettava ingenuamente che le cose cambiassero. Si invocava l’apertura alla società civile, si vagheggiava di ”bella politica”, si riteneva che i nuovi partiti (Forza Italia, Lega, Alleanza Nazionale, Progressisti, Patto Segni, Popolari) avrebbero radicalmente mutato il modo di fare politica in Italia. Oggi possiamo definitivamente dire che così non è stato in quanto le criteriologie di scelta dei Parlamentari e dei Ministri ed il modo di procedere di questi è sovrapponibile a quello dei loro predecessori. Chi sono i politici italiani? In massima parte essi rappresentano gli ”scarti” proprio della tanto acclamata ”società civile”. Un onesto imprenditore, un prestigioso avvocato, un bravo medico hanno tempo da perdere per correre dietro alla politica? Certo che no: di conseguenza i politici sono per la maggior parte persone che hanno speso il loro tempo nelle segreterie locali, regionali e nazionali dei partiti e che hanno appreso come lezione essenziale l’arte di essere totalmente privi di scrupoli. Un parlamentare italiano, in un accesso di sincerità, dichiarò in un’intervista che “non si è mai visto un cappone chiedere l’anticipo del Natale” riferendosi alla solita legge, annunciata decine di volte e mai realizzata, sulla riduzione del numero e degli stipendi dei parlamentari. Inoltre ci si dimentica spesso che l’Italia è piena di “caste, dai sindacalisti ai calciatori, ai giornalisti, ai magistrati: l’elenco è lungo. Si deve poi tener presente che le pubbliche amministrazioni sono sature di autentici perdigiorno, assunti grazie ad un sistema clientelare, e che la burocrazia italiana del terzo millennio ha poco da invidiare a quella borbonica. Non si pensi che gli altri paesi della eurozona stiano molto meglio di noi: la situazione in Francia, Germania, Gran Bretagna è meno eclatante di quella italiana ma è tutt’altro che rosea visto che, ad esempio, in Inghilterra c’è un tasso di disoccupazione maggiore che in Italia.
Se poi ci soffermiamo ad analizzare la situazione nell’Europa Orientale osserveremo davvero un panorama desolante, con intere nazioni controllate de facto dalla malavita organizzata. Deve  a questo punto sorgere nella nostra coscienza una domanda: cosa
è stato sbagliato in Europa, tenuto conto che la società americana è comunque figlia dell’Occidente e che il terzo mondo negli ultimi secoli ha assimilato cultura, modelli ed organizzazioni dal mondo europeo anche in conseguenza della colonizzazione? Se con lucidità obbiettiva tentiamo di rispondere a questa domanda analizzando la storia dell’Europa a partire dalla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, scopriremo che tutto nel nostro Continente è figlio del semitismo*. Semita è la religione Cristiana, rea di aver instillato nelle coscienze degli uomini i germi dell’egualitarismo, dell’ipocrisia, del sentimentalismo, della debolezza, del senso di colpa, dell’idea di “peccato”, della tendenza a ritirarsi dalle vicende terrene lasciando a liberti e burocrati la cura dello Stato. Semita è il Liberismo, figlio della Rivoluzione Industriale e padre del Capitalismo che ha educato gli uomini alla religio degli utili e dei profitti partorendo quelle autentiche associazioni per delinquere che sono le banche e le moderne multinazionali.
Semita è il Marxismo(concepito, non a caso, da un ebreo, Carlo Marx appunto) ed il suo figlio prediletto, il Comunismo, che ha annichilito le coscienze di milioni di individui educandoli al materialismo, all’ateismo, alla chiusura totale verso ogni forma di spiritualità. Semiti sono inoltre i c.d. “Fascismi” in quanto figli di una moderna concezione industriale e socialista dello Stato (Mussolini era socialista ed ateo) e richiamantesi ad una concezione populista del mondo fin dai loro stessi nomi: ”Partito Nazionalsocialista dei lavoratori Tedeschi”, ad esempio. Come acutamente nota Evola in “Il Fascismo visto da destra con note sul terzo Reich”, sia il Fascismo che il Nazismo ricorrevano a metodi di propaganda ed a sistemi (tra cui la brutale repressione di ogni opposizione) assolutamente sovrapponibili a quelli adottati dal comunismo Stalinista. Altri movimenti Fascisti Europei come ad es. il Rexismo belga, la Guardia di ferro rumena o la Falange spagnola erano viceversa ispirati da un cristianesimo ultraconservatore ed integralista a dimostrazione ulteriore del “semitismo” insito nei partiti di estrema destra sorti in Europa nel primo dopoguerra del XX secolo. Le dittature spagnola e portoghese, sopravvissute fino agli anni’70 del secolo scorso, erano autentici baluardi del clericalismo più bigotto ed intransigente tanto che la Libera Muratoria era proibita per legge, come appunto accadeva nell’Italia Fascista e nella Germania Nazista e come parimenti accadeva nei paesi Comunisti (unica eccezione la Cuba di Castro, forse perché Che Guevara era stato ricevuto Massone in una Loggia di Buenos Aires o forse perché poteva essere utile tollerare un’Istituzione notoriamente molto forte negli U.S.A. allo scopo di mantenere un canale di comunicazione aperto con quello scomodo vicino).Resta da spiegare come i frutti del semitismo quali il Cristianesimo,il Populismo pseudo-democratico,il Comunismo,il Despotismo Fascista abbiano conquistato i consensi di così tanti individui. La risposta è semplice:mirando alla suggestione egalitaria e “democratica” degli emarginati e dei diseredati,tali Movimenti di massa hanno illuso milioni di persone convincendole che Essi avrebbero costruito una società più giusta. Flavio Giuliano Augusto,Imperatore di Roma ,falsamente denominato”Apostata”(falsamente in quanto mai convertitosi al Cristianesimo),nella Sua celebre”Invectiva in Galileos” giustamente notava come il Cristianesimo avesse attecchito soprattutto tra schiavi, prostitute,liberti e popolo minuto. Il “combinato disposto” tra falsi principi democratici(illudendo il popolo di volerlo “liberare”) e negazione della trasmigrazione delle anime(per cui in una sola vita si gioca la partita tra dannazione eterna o salvezza eterna,donde il noto”nulla salva extra ecclesiam”) è alla base della attuale conformazione della società. Si convince il   Popolo che Esso è “sovrano” solo in virtù del fatto di poter esprimere un voto di preferenza(ed in molti casi neppure quello,vedi la attuale legge elettorale)a favore di candidati scelti da altri( segreterie dei Partiti) e mettendo sullo stesso piano(in quanto esprimono il medesimo valore numerico di 1)il voto di un alienato mentale o di un delinquente con quello di un grande pensatore o di un grande artista; si convince il popolo medesimo che esiste una unica vita e quindi questa vita diviene un bene insostituibile ed a cui attaccarsi con tutte le forze possibili. Da ciò il tanto sbandierato”aumento delle aspettative di vita” che in realtà significa,il più delle volte,prolungare in definitivamente,attraverso farmaci e terapie varie,esistenze che possono tranquillamente definirsi “vegetali” fino ad arrivare a quelli incredibili eccessi a cui abbiamo assistito con il celebre caso della povera Eluana Englaro,ove in virtù di una semitica e ridicola ipocrisia si cerca di impedire a due sventurati genitori di porre fine ad una esistenza che non ha più nulla di umano! Tale “festival” dell’ipocrisia prosegue con la definizione di poveri sventurati,che la Pietas Romana affidava alla liberazione della rupe tarpeia con il grottesco”diversamente abili”(in cosa?),e con costi sociali altissimi per il mantenimento,la cura,l’assistenza(centri sociali,badanti,pensioni di invalidità etc.) di individui incurabili che spesso diventano una autentica dannazione per i propri parenti!Tali considerazioni vanno poi ulteriormente ampliate secondo un’ottica esoterica ed iniziatica ove si consideri che,prolungando una esistenza ridotta al mero stato vegetale,attraverso un autentico “accanimento terapeutico” si priva quell’Anima,trattenuta a forza nell’involucro corporeo,della possibilità di accedere ai Mondi superiori,rallentandone la reincarnazione!Parimenti si idolizzano rendendoli milionari,ragazzotti il cui unico merito è quello di saper bene praticare un qualche sport. Abbiamo assistito ad una enfatica celebrazione della morte di un giovane 23enne,campione di motociclismo,il quale,guadagnando milioni di euro sapeva benissimo a quali rischi andava incontro:stessa enfasi non ci pare sia stata profusa per quelle decine di giovani che,in cambio di poco più di mille euro al mese,sono caduti nell’adempimento del loro dovere,in Italia o fuori dai confini della Nostra Patria. Il semitismo dunque, con la sua tendenza ad impedire la libertà individuale volendo asservire l’uomo ad un “potere” esterno quale la Chiesa, o lo Stato, o il Partito, o il Capitale, ha impedito di fatto l’evoluzione umana verso la conquista di quei principi di libertà cosciente che sono il presupposto del cammino dell’uomo su questa terra.” Non gli Dei devono venire a me, ma io devo elevarmi a Loro”, scriveva il Pitagorico Plotino nelle “Enneadi” ed il “Corpus Hermeticum” ammonisce che per comprendere Dio non vi è altra strada che farci Dio noi stessi! Tali concetti erano assolutamente normali nel mondo Pagano fin dall’epoca dell’antico Egitto. La solare ed olimpica imperturbabilità, la serenità di fronte al mondo ed alla vita quotidiana, l’assenza di ogni auto castrante sentimentalismo e l’indifferenza verso la morte traspaiono dalle opere dei Pensatori dell’epoca Classica, l’ultimo dei quali fu Severino Boezio. Il Paganesimo è sempre rimasto, come un fiume carsico, sotto il suolo dell’Europa, ogni tanto riaffiorando per poi scomparire nuovamente, illuminando con lampi di luce il buio cielo dell’Occidente post-romano. Gemisto Pletone, Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, Giordano Bruno, Tommaso Campanella, il movimento Rosicruciano sono i più eclatanti esempi di tali bagliori. Fu grazie a loro ed alla funzione autenticamente Iniziatica della Massoneria delle origini che poterono verificarsi eventi quali la rivoluzione francese, la rivoluzione napoletana del 1799, il risorgimento italiano ed il suo finale epilogo nella prima guerra mondiale, definita, non a caso, ”l’ultima grande guerra romana”. Tali eventi volevano essere, nelle intenzioni dei protagonisti, un tentativo per instaurare forme di governo simili a quelle descritte da Platone nella “Repubblica” o da Tommaso Campanella nella “Città del sole”. Purtroppo o la repressione o l’inglobazione nel semitismo di tali eventi resero vani i generosi sacrifici di tanti eroi e uomini di pensiero. L’ultima grande occasione si verificò con l’avvento del Fascismo, quando un vasto movimento di opinione che aveva tra gli esponenti più noti Leone Caetani, Amedeo Rocco Armentano, Arturo Reghini e Julius Evola cercò di convincere Mussolini della necessità di un ritorno alle matrici Pagane e Pitagoriche della Nostra Patria. Nella rivista “Krur” del 1930 a firma “Ekatlos” possiamo leggere le spiegazioni di tale tentativo. Mussolini però decise di buttarsi tra le braccia di “Santa Romana Chiesa”: firmò il concordato con il Cardinal Gasparri e promulgò le leggi contro le società segrete mettendo al bando la Massoneria ed ogni altra Associazione Iniziatica. La storia non può essere fatta con i se e con i ma, tuttavia è lecito supporre che una intellighenzia politico-culturale animata da una reale concezione Romana e Pagana del mondo mai avrebbe accettato l’alleanza con Hitler, ovvero con il “barbarico oppressor” di carducciana memoria, e di combattere a fianco dei figli di coloro che Tacito dispregiativamente definiva “Stoppiae crines et animus ferinus”, storicamente nemici giurati di Roma e dell’Italia, discendenti dai vari Vandali, Eruli, Goti, Svevi e Longobardi, rei dei peggiori eccidi e saccheggi che la storia ricordi! La Tradizione Perenne, le cui vestigia provengono dall’Egitto, trova in Italia la culla destinata a conservarla. Se si escludono Steiner e pochissimi altri, tutti i grandi Iniziati dell’ultimo millennio furono italiani. Italiani furono Dante, Petrarca, Ficino, Pico, Bruno, Zorzi, Campanella, Borri, Santinelli, De Sangro, Cagliostro, Lebano, Caetani, Armentano, Reghini, Evola, Colazza, Scaligero. Per quanto riguarda Steiner, va detto che questo grandissimo Maestro presentò un’articolata proposta di rinnovamento sociale, politico ed economico dell’Europa che, se Egli fosse stato ascoltato, avrebbe radicalmente mutato il destino del nostro Continente. Steiner riteneva necessaria l’organizzazione della società secondo il modello della “tripartizione” affidando ad un organismo ”Spirituale-Culturale” la gestione del Sapere e della Cultura, ad un organismo “Politico-Giuridico” la gestione delle leggi, delle regole e dell’organizzazione della macchina dello stato, ed ad un organismo ”Economico” la gestione delle risorse produttive e della distribuzione delle ricchezze secondo criteri di solidarietà e di compartecipazione degli utili tra i lavoratori delle aziende, pubbliche e private. Tali organismi avrebbero dovuto essere, secondo Steiner, completamente separati tra loro e coordinati da una sorta di “Consiglio di Saggi” equamente scelti tra i più qualificati esponenti dei singoli organismi sociali. Dopo la caduta del Fascismo, l’imprenditore Adriano Olivetti e l’economista e politico Argo Villella tentarono di far penetrare queste teorie nel nostro paese ma furono ovviamente osteggiati dall’unilateralismo (altro tipico prodotto del pensiero semita) di politici, imprenditori e sindacati. In realtà tali categorie hanno sempre storicamente agito, almeno negli ultimi 65 anni nel nostro Paese, come i celebri “ladri di Pisa” facendo finta di litigare di giorno per poi accordarsi di notte a scapito delle forze più vive e maggiormente produttive della Nazione. Di conseguenza, tenendo al riparo gli statali da ogni possibile sorpresa(a parte le demagogiche iniziative del Ministro Brunetta) e non volendo intaccare il Governo attuale (né i precedenti) i privilegi dei grandi capitali, sono proprio gli artigiani, i piccoli imprenditori, gli esercenti professioni liberali e gli insegnanti a pagare il prezzo più alto della crisi! Cionondimeno questa Terra Italica aspetta solo di essere risvegliata, essendo ancora tangibili in Essa i segni della presenza degli antichi Dei: pensiamo alla sopravvivenza in molte aree dell’Italia di usi, costumi, riti di origine pagana, pensiamo al successo di film come “Il Gladiatore”, “De Reditu”, “Agorà”, ispirati ad una concezione stoico-pagana ed eroica del mondo, pensiamo al successo dei romanzi di Valerio Massimo Manfredi ove lo splendore del mondo classico traspare con forza rendendo ancora più evidente il grigiore dell’italietta catto-comunista o catto-liberista (PDL,Lega e PD pullulano di ex democristiani, quanto all’UDC addirittura ne ha adottato il simbolo!). Noi pensiamo che solo ritornando alle nostre autentiche ed originali radici si possa sperare di salvare l’Italia e l’Europa dal crollo. In caso contrario non ci saranno innalzamenti dell’età pensionabile o provvedimenti economici - il più delle volte meramente propagandistici - che tengano: finiremo sommersi dall’Islam, ovvero da un altro semitismo (arabo ed ebraico sono entrambe lingue di ceppo semita) dal quale finora siamo riusciti a salvarci solo in virtù di quella Luce che ancora, pur tremola, è intravedibile dagli uomini e dalle donne di buona volontà.
Tertium non datur!





* A scanso di ogni possibile equivoco o strumentalizzazione chiariamo che al termine “semitismo”noi non intendiamo dare una valenza meramente etnico-razziale ma piuttosto spirituale e culturale. Il problema non è tanto se uno nasca ebreo,arabo o latino ma quale sia la propria visione del mondo ed a quale modello spirituale si ispiri. Così l’ebreo Baruch Spinoza elaborò una filosofia tutt’altro che “semita”(venendo messo al bando dalla comunità israelita di Amsterdam ,a cui apparteneva) mentre l”ariano” Immanuel Kant crea,con la propria filosofia,i presupposti per l’allontanamento dell’uomo dal Trascendente. Non vi è nulla di più odioso del perseguitare qualcuno in quanto appartenente ad una determinata razza o ad una determinata religione. Va altresì precisato che l’Impero Romano,tollerantissimo verso qualunque credo religioso,compreso l’ebraismo ortodosso,fu spesso spietato e brutale contro i cristiani non perché non ne ammettesse la dottrina spirituale(“ non trovo alcuna colpa in questo giusto” fa dire a Pilato l’evangelista) ma in quanto riscontrava nell’atteggiamento dei cristiani verso lo Stato ed il Princeps pericolosi germi di sedizione che avrebbero in effetti (come oramai la quasi totalità degli storici ammette) contribuito non poco alla disgregazione di quell’Impero che si fondava sull’idea di “Patria Religio” e sui concetti di “Jus” e “Fas”.

SUFISMO E MASSONERIA

Tra tutte le Religioni, l’Islam è, probabilmente, quella ove è più netta la distinzione tra due parti complementari che possiamo definire exoterismo ed esoterismo. Secondo la terminologia araba esse possono essere definite rispettivamente come ESH-SHARIAH, ovvero la strada maestra aperta a tutti ed EL-HAQIQUAH, la verità interiore, riservata ad un ristretto numero di persone, iniziate in virtù delle proprie personali qualificazioni, da un Maestro spirituale. Il grande mistico e Sufi spagnolo Ibn Al Arabi le paragonò alla scorza ed al nocciolo ove, ovviamente, per arrivare al nocciolo del frutto, bisogna prima assimilarne la scorza.
Nell’Islam con il termine Shariah si definisce tutto ciò che rientra essenzialmente nell’ambito della religione ed, in particolare, l’intero “Corpus” sociale e legislativo che, si badi bene, nel mondo islamico rientra essenzialmente nell’ambito della religione poiché il legislatore è di norma un dottore Coranico (Ulema). Viceversa la Haqiquah rappresenta la conoscenza pura, la quale trasmette alla Shariah il suo significato superiore e profondo e perciò la sua autentica ragione d’essere.
L’esoterismo islamico comprende, oltre alla Haqiquah, la Tariqah (via o sentiero) ovvero i mezzi che permettono di raggiungere la Conoscenza pura. La Tariqah è spesso paragonata al raggio della circonferenza che la congiunge al centro. Nell’Islam Tariqah è anche definito una Confraternita mistica, l’insieme delle quali forma appunto la circonferenza o ruota, essendo ogni Confraternita un singolo raggio. Perciò, come dice lo Sheik Al-Alewi, “nessuna ruota può girare se un singolo raggio si spezza”. Tale concetto è espresso in modo mirabilmente poetico ne “Le Mille ed una Notte”: “La verità non è in un sogno ma in molti sogni, beato colui che sogna molti sogni”. Ciascuna Confraternita è, cioè, depositaria  di una particolare interpretazione della Verità e perciò tutte le Confraternite Mistiche sono ugualmente valide e degne di rispetto. Un vero Maestro spirituale islamico, infatti, non definirebbe mai la propria Confraternita come superiore alle altre, ma direbbe semplicemente che nella propria Confraternita viene insegnato uno dei possibili metodi per congiungersi all’Altissimo.
Il Sufismo rappresenta, per il vero credente nell’Islam la quintessenza dell’esoterismo mussulmano: in Arabo esso si definisce AT-TASAWWUF che significa semplicemente nella traduzione letteraria “vestirsi di lana”(SUF) dal momento che i primi Sufi indossavano solo vesti di lana pura. Tuttavia sono proposte anche altre possibili origini del termine “Sufi” poiché in Arabo la parola Sufiya vuol dire anche “purificato” ed alcuni studiosi, come ad esempio il Guenon ed il Burkardt, mettono in relazione il termine “Sufismo” con il Greco Antico “Sophia” ovvero sapienza. Si noti come i Turchi Ottomani, conquistata Constantinopoli, traslitterarono Hagia Sophia (la Chiesa della Santa Sapienza) con la parola Aya Sufiya, rendendo cioè la lettera sigma greca con la lettera sad.
La corrente mistica Sufi nasce, in pratica, agli inizi dell’Islam, ma viene istituzionalizzata solo a cavallo tra X° e XI° secolo dell’Era Cristiana con i cosiddetti Teorici ovvero Abu Said, Huywiri, Al-Sarray e Qushairi. Nel XII° secolo sorsero infine i primi grandi Ordini di Confraternite, le già citate Tariquah. Inizialmente i Maestri (Shaykh) riunivano attorno a se dei discepoli che andavano da un luogo ad un altro alla ricerca dell’insegnamento spirituale; in seguito furono fondati centri di preghiera, chiamati zawiya ove si praticava essenzialmente il dhikr, la meditazione sufica correlata dalle pratiche di respirazione e postura di cui parleremo più avanti. Una volta ammessi ad una zawiya i membri erano tutti considerati fratelli (kouan) e tutti sullo stesso piano di uguaglianza. Particolare importanza nella Confraternita riveste la figura del Maestro, tramite il quale il praticante Sufi si connette con una catena di unione fino al Profeta MUAMMHAD. La venerazione nei confronti del Maestro ricorda molto il cosiddetto Guru Yoga proprio del Buddismo Mahayana. Da notare che la propensione alla attività interiore ed alla pratica del Dhikr è insita nell’Islam in virtù del noto detto del Profeta (Haydith), secondo cui la Guerra Santa (Gihad) si dividerebbe in dieci parti: una è quella che si combatte contro i nemici della religione, le altre nove quelle che si combattono contro se stessi.
Il senso ultimo del praticante Sufi è di congiungersi attraverso l’insieme delle pratiche (definite con il termine di viaggio nella notte) allo Spirito Universale (Ar-Ruh) detto anche Intelletto primo, che rappresenta la prima delle Manifestazioni che discendono da Allah. Tale Spirito è, cioè, il Mediatore tra l’Essere divino e l’Universo incondizionato e viene spesso paragonato al Calamo supremo (Al-Qualam) con cui Dio registra tutti i destini sulla Tavola custodita, corrispondente all’Anima universale. Si noti come alcuni autori Sufi, tra cui il celebre Abd al Karim chiamano lo Spirito universale anche “Spirito Santo” e lo paragonano al volto di Dio (Wayh Allah). Le analogie con la Cabala ebrea sono, in tal senso, veramente impressionanti e starebbero a confermare che il Sufismo, come d’altronde la stessa Cabala sul versante ebraico, sia la risultante di un incontro tra Islam e Neoplatonismo, con particolare riferimento alle dottrine espresse da Plotino e Giamblico.
Tra le principali Confraternite Mistiche, oltre che la Qadiri e la Shadhiliya, una particolare attenzione va riservata alla Mawlawiya, fondata a Konya in Turchia dal celebre mistico e poeta Djalal al din Rumi. Tale Confraternita, potentissima durante l’Impero Ottomano (arrivò ad estendersi fino a Belgrado), contempla tra le proprie pratiche la famosa danza cosmica, che ha dato ai suoi membri il nome di Dervisci Ruotanti. Tale pratica consiste, attraverso una danza circolare, nel rinnovare l’atto della Creazione (o meglio della Emanazione da Dio) con il braccio destro rivolto verso l’alto a congiungersi, appunto, con l’Essenza dell’Altissimo e quello sinistro rivolto verso il basso per trasferire l’Energia Divina nel mondo del manifestato. I Dervisci furono popolarissimi nel mondo islamico: purtroppo, dopo la presa del potere da parte di Kemal Pascià (Ataturk), tutte le Confraternite, compresa la Mawalawiya, abbandonarono la Turchia per rifugiarsi in questo caso in Egitto (ove, come vedremo, approderà il Massone e Martinista Guenon dopo la sua conversione all’Islam).
L’identificazione dei Sufi con il Principio Primo fu, talvolta, non capito ed osteggiato dall’Islam ortodosso, tant’è vero che uno dei primi maestri Sufi Al-Hallaj venne messo a morte a Bagdad nel 992 d.c. per avere proclamato “Io sono la Verità” ovvero “Io sono Dio e Dio parla per Mia bocca”. Tale affermazione non voleva affatto essere blasfema, poiché il Maestro intendeva dire che Egli, essendosi riconnesso con il Principio Primo Creatore, era divenuto un tutt’uno con Esso.
Il Sufismo, pur rimanendo sempre fedele ai precetti esteriori dell’Islam (i cinque pilastri, ovvero l’affermazione dell’Unità Divina, le cinque preghiere quotidiane, il digiuno purificatore del Ramadan, il pellegrinaggio alla Mecca, la decima destinata ai poveri) si sforzò sempre, tuttavia, di trascendere l’ambito del culto esteriore: attraverso l’estinzione delle umane passioni (Fana) e l’applicazione del puro Amore per tutti gli esseri (Mahabba) il praticante Sufi giunge ad uno stato ove riconosce ciò che Schuon, con felice espressione, definisce “Unità Trascendente delle Religioni”. Ciò può essere conseguito attraverso la gnosi (Irfan) che viene considerata dall’Islam al rango di una vera e propria scienza: scienza della conoscenza del Principio Superiore Creatore che viene conseguita dal saggio attraverso la dimensione del cuore (Qualb).  La gnosi, secondo l’Islam, concerne i doveri dell’uomo verso se stesso, verso il mondo e verso Dio. Quanto di ciò sia sorprendentemente analogico rispetto ai principi Massonici, anche un giovane apprendista può notarlo. Il saggio Sufi impara a superare le apparenze esteriori o meglio a trascenderle e difatti Rumi dice “La verità è indipendente dalle forme esteriori! Essa brilla nella bettola, nella Moschea e nella Chiesa! Inoltre la religione del cuore, che sola ha valore, non è monopolio di nessun Credo in particolare. In verità tutti i Credo sono un unico Credo!”. E ancora: “Che fare o Mussulmani? Io non so proprio chi sono e non riesco a darmi una identità! Non sono né un Cristiano né un Giudeo né un Mussulmano! Non sono né d’Oriente né d’Occidente, non né della terra né del mare…..ho accantonato le dualità, ho visto che i due mondi sono uno solo!”.
Prima di passare ad analizzare le relazioni tra Massoneria e Sufismo, non possiamo fare a meno di alcune precisazioni: purtroppo da alcuni anni si assiste, nell’ambito Islamico Ufficiale soprattutto Sunnita, in reazione alla marea montante dal fondamentalismo, ad una forte presa di distanza, se non ad una forte condanna nei confronti del Sufismo e delle Confraternite. Tale stagione fu inaugurata nel 1986 (1407 dell’Egira) da un polemico scritto di Hajj Shaykh Abdur Rahnam, al secolo l’italiano Pasquini, direttore del Messaggero dell’Islam, che è l’organo ufficiale delle associazioni islamiche in Europa. In tale scritto, dal titolo paradigmatico “Il Sufismo non è l’Islam”, l’influente personaggio arrivò a definire “Pattume  proveniente dal Diavolo” le dottrine sufiche. In conseguenza di ciò i vari Palazzi e Pallavicini, capi storici dei Mussulmani convertiti di nazionalità italiana, si trovarono in notevole imbarazzo dal momento che la loro adesione all’Islam, come per gran parte degli Italiani convertiti, era passata attraverso lo studio di Renè Guenon. Ben diverso l’atteggiamento degli Italiani non convertiti, cioè dei figli o nipoti di famiglie mussulmane trasferite in Italia a seguito di eventi storici come, ad esempio, la caduta dell’Impero ottomano, del Regno dell’Afganisthan o dell’Impero Persiano: in tali cerchie, infatti, la venerazione per il Sufismo e per i suoi nobili Maestri è stata sempre mantenuta inalterata. Viene da chiedersi: “Forse chi giunge all’Islam, non essendo nato Mussulmano, vuole mostrarsi più zelante degli altri ovvero più realista del re? Costoro dovrebbero ricordare che l’Islam è sempre stato fucina di tolleranza e che, quando i loro antenati europei perseguitavano gli Ebrei Sefarditi in Spagna e Portogallo, questi trovavano asilo e protezione in Turchia, in Siria ed in Egitto. L’Islam è tolleranza e amore non prevaricazione e fondamentalismo.



Veniamo dunque al punto che maggiormente ci interessa: esiste una relazione, un collegamento tra Sufismo e Massoneria?
Il primo aspetto da considerare è il seguente: in un testo massonico inglese del 1726 “The Grand Mystery Laid Open” vi è un curioso passo in cui alle due domande (come è chiamato Dio? Chi fu il primo Massone?) viene risposto “Laylah Illallah” ovvero non vi è altro Dio che Allah, il primo dei cinque pilastri dell’Islam, precedentemente citato. Il noto esploratore e massone inglese Sir Richard Burton, lo scopritore del lago Tanganika in Africa, scrisse: “Il Sufismo è stato il genitore orientale della Massoneria”.
Ora, senza pretendere di voler formulare un parere definitivo a proposito della “vexata quaestio” sulle origini della Massoneria, possiamo però analizzare alcuni punti per giungere poi ad alcune conclusioni:
1)     è nota la derivazione della Massoneria dalle gilde dei costruttori medioevali. Tali gilde penetrarono in Inghilterra al tempo del Regno di Aethelstan (894-939); in quello stesso periodo operava in Spagna il maestro Sufi Ibn Masarra e soprattutto era attivo un altro grande maestro Sufi Dhu’l-Nun, fondatore della Confraternita dei Costruttori Dervisci, detti anche Dervisci Carbonari. Lo stesso Dhu’l-Nun era detto “il Nero” per le sue origini nubiane. Ora è noto che in Europa si sviluppa, nello stesso periodo, il cosiddetto Ciclo Arturiano o Ciclo del Graal, di cui uno dei principali interpreti fu il trobadour Wolfan Von Eschembach. Si noti, innanzi tutto, che le parole di passo, ovvero di riconoscimento della confraternita Sufi dei costruttori,  era composta di tre lettere T R B, cioè le fondamentali lettere del termine trobadours. Ora Von Eschembach, nel suo“Parzifal”, parla dell’origine del Graal, la sacra coppa ove venne raccolto il sangue della Passione del Cristo, come di una pietra caduta (lapis exillit) dalla corona di Lucifero. In più egli parla anche di un misterioso Firefiz (che non compare in nessun altro romanzo del Graal) nero e fratellastro di Parzifal, concepito dal padre durante un viaggio in Oriente, precisamente a Costantinopoli. Si noti l’analogia con la pietra nera custodita alla Mecca e caduta dal cielo (K’aaba) ed il maestro nero Dhu’l-Nun sopra citato. Inoltre è notissima la relazione tra trobadours, Fedeli d’Amore e Templari, come magistralmente spiegano Guenon ed Evola rispettivamente ne “L’Esoterismo di Dante” ed “Il Mistero del Graal”.Tornando alla Confraternita Sufi dei Costruttori, oltre alla parola di Passo T R B, essi usavano anche una parola segreta: A B L. La lettera A, ovvero la araba Alif, era simboleggiata da una squadra, la lettera Beth da un livello e la lettera Lam da una fune che essi definivano come “la corda che tutti insieme ci connette in una unione”. Tali rapporti sono già di per sé sorprendenti, ma le cose non finiscono qui:
2)     La leggenda, ma anche alcune autorevoli opere di studiosi qualificati, afferma che i Templari, dopo la persecuzione subita da parte di Filippo il Bello, si sarebbero rifugiati in Scozia sotto la protezione del Re Robert Bruce ed avrebbero trasmesso alcuni insegnamenti segreti dai quali originerebbe almeno parte della dottrina esoterica della Massoneria che perciò risulterebbe: A) nella sua forma esteriore figlia delle Corporazioni medioevali dei Costruttori; B) nella sua forma interiore esoterica derivata direttamente dai Templari. Ora, L’Ordine Templare ebbe frequenti contatti in Oriente con la setta ismaelita degli Hasan-Shish, conosciuti in Europa con il nome di “Assassini” ma, in realtà, la traduzione letteraria è “Seguaci di Hasan”, il figlio di Ali, cugino e genero del Profeta, cioè i seguaci dell’Imam nascosto, colui che detiene l’insegnamento occulto e la parola celata! Peraltro i due Ordini avevano gli stessi colori, il Bianco ed il Rosso, ed intrattennero rapporti strettissimi oggetto di sospetti sia da parte Cristiana che da parte Mussulmana. Possiamo dire che le due Confraternite si riconobbero in un unico denominatore: la Operatività esoterica, al di là delle differenze esteriori di culto. Negli atti processuali dei Templari si fa riferimento esplicito alla adozione di riti, gesti, parole e toccamenti magici estranei all’insegnamento di Santa Romana Chiesa. I Templari furono cioè, in ultima analisi, accusati di eresia. Analoghe difficoltà ebbe la Setta Ismaelita, i cui membri furono perseguitati e dispersi. Si temeva forse, da parte dei poteri costituiti, la creazione di un “Nuovo Ordine Spirituale”, che unificasse l’Oriente e l’Occidente nel segno di una superiore fraterna tolleranza? Ricordiamo anche che molte confraternite Sufi ebbero contatti e lavori comuni con la Confraternita degli “Assassini”. Inoltre diverse Corporazioni Muratorie (parliamo ovviamente di Massoneria Operativa) parteciparono, nel XVI secolo, alla costruzione della Moschea Suleymaniya di Istambul, operando a stretto contatto con la già citata confraternita dei Costruttori Sufi.
3)     La più recente storia dell’Ordine Muratorio rivela un certo numero di indizi importanti  a partire dalla affiliazione alla Massoneria nel 1864 del celebre Maestro Islamico, l’Emiro Abd el-Kader in una Loggia Egiziana all’obbedienza  del Grande Oriente di Francia. Nella sua “Lettera ai Francesi” (1855) l’Emiro auspicava una unificazione fraterna di Cristiani e Mussulmani nel nome di una Superiore Visione Spirituale. Altra figura importante fu lo Sheikh Elish El Kebir della Confraternita Sufi Chadhilyya a cui Guenon dedicò l’opera “Il simbolismo della Croce”. Il Guenon rivelò poi di avere ricevuto dallo Sheik fondamentali insegnamenti sul simbolismo muratorio della Squadra, Livella, Triangolo e Compasso e di aver verificato sorprendenti analogie tra il lavoro muratorio e l’operatività delle Confraternite Sufi quale, ad esempio, la necessaria presenza di almeno sette confratelli per la pratica del Dhikr. Potremmo, a questo punto chiederci: perché Guenon aderì formalmente all’Islam? Perché si recò in Egitto? Le risposte a tali quesiti sono, a questo punto, facilmente desumibili da quanto finora detto.
4)     Il Massone tedesco J.B.Kerning (1774-1851), nel suo testo “Lettere dell’Arte Regia”, dà la seguente interpretazione dei segni, dei toccamenti e delle prese massoniche: si tratterebbe di  metodiche magiche di provenienza orientale, attraverso cui l’Operatore giungerebbe ad una “rivificazione del sé”, cioè al ottenimento di uno stato di Risveglio Spirituale raggiungibile attraverso un ritmico ripetersi dei segni e dei toccamenti e delle prese in questione, associati ad una verbalizzazione delle parole di passo. Tali tecniche sono, ad esempio, abbastanza comuni nel Buddhismo Tantrico, il cosiddetto  Tantrayana, ovvero il veicolo del diamante folgore, il metodo più veloce, secondo il Buddhismo, per raggiungere l’Illuminazione. In tale insegnamento il discepolo, iniziato da un Maestro qualificato alla pratica di una Divinità Tantrica ( Yddam) si identifica con tale Divinità e, attraverso la ripetizione di mantram o sillabe (dette seme) nonché grazie alla assunzione di determinate posture e di particolari gesti delle mani (mudra), ottiene il risveglio interiore. Nel 1924, a Lipsia, venne pubblicato uno strano libro dal titolo “Die Praxis der alten Turkischen Freimaurei” ovvero “La pratica operativa della antica Massoneria Turca”. Tale opera venne recensita nel 1928 dalla celebre rivista esoterica italiana Ur, precisamente da “Arvo”, al secolo il Duca Giovanni Colonna di Cesarò, influente uomo politico italiano degli anni venti dello scorso secolo (Ministro delle Poste del primo governo Mussolini, fu liberale antigiolittiano e poi oppositore del regime fascista al quale, peraltro, non perdonò mai il Concordato con il Vaticano) e autorevole membro della Società Antroposofica italiana, discepolo diretto di Steiner ed autore di una interessantissima opera sulle origini occulte di Roma. L’autore del testo, recensito da Arvo, era Rudolf von Sebottendorff, massone e membro della Società Esoterica del “Vril”(contrazione dell’acrostico “Vitriolum”, ovvero "Visita Interiorae Terrae Rectificando Invenies Occultam Lapidem Veram Medicinam"), la quale ebbe una parte assai rilevante nella propensione verso l’occultismo del nascente nazional socialismo, compresa l’adozione del simbolo solare dello Swastika e della bandiera dai tre colori: Bianco, Rosso e Nero cioè le tre opere alchemiche. Affinché ci si possa rendere conto di come stanno le cose, riportiamo un pezzo del rituale descritto dal von Sebottendorff, ove si fa riferimento ad un lavoro della Confraternita Sufi diretto dallo Sheik Mehemed Rafi, maestro dell’Autore. Il Maggiore degli sceicchi presenti assume la presidenza e designa un Sorvegliante, un Economo ed un Corriere, quindi esclama: “Miei Fratelli, siamo al coperto, siamo riforniti, siamo serviti. Il sole brilla, apriamo il cielo. Fratello Corriere hai tu la chiave?”. “Venerabile Maestro io sono la I”. “Fratello Sorvegliante, hai tu la chiave?”. “Venerabile Maestro io sono la A”. “Fratello Economo, hai tu la chiave?”. “Venerabile Maestro io sono la O”. “Miei Fratelli senza la chiave non vi è conoscenza. Io sono Acqua, Fuoco e Bilancia e voi chi siete?”. “Noi siamo il Nero, il Bianco, il Rosso, il Rosa e La Pietra”. Al che il Maestro così conclude l’apertura dei lavori: “Santa è la nostra scienza! Proferiamo che non esistono degli dei al di fuori di Dio e Muhammad è il Profeta di Dio”. Successivamente l’autore passa alla descrizione di alcuni esercizi interiori della Confraternita, che prevedono tre tipi di prese: al collo, al petto, e al ventre, con l’associazione delle vocali I A O, che vanno fatte vibrare interiormente, dovendo, il praticante, identificarsi con esse e assumere le energie cosmiche legate a tali suoni. Si badi che ciò viene comunemente praticato nella cosiddetta magia Runica, originaria dell’Europa settentrionale, ove le Rune, ovvero le lettere dell’alfabeto Norreno, vengono associate a determinate forze o elementi, ad esempio UR=terra, LAF=acqua, FA=fuoco etc, ed assumendo posture corrispondenti alle Rune stesse, il loro suono viene fatto vibrare, dall’operatore, in modo che egli si identifichi (cioè si impossessi) con le forze della Terra, dell’Acqua, del Fuoco etc. E qui ci fermiamo. E’, credo, del tutto superfluo aggiungere che, quando Hitler prese il potere, il testo di von Sebbottendorff e tutte le altre sue opere sparirono in tempo reale dalle librerie. Si noti anche che il von Sebbottendorff, che acquisì la cittadinanza turca, fu in rapporto con Dumezil e Corbin, due dei più grandi studiosi di Religioni di tutti i tempi. Notiamo, altresì, che alcuni moderni recensori dell’opera di von Sebbottendorff, compreso il Mutti, nella prefazione dell’edizione Arktos, si affannano a negare che, per antica Massoneria, si possa intendere la Muratoria attuale che “nulla ha a che vedere con la vera Tradizione”(secondo il classico canovaccio di coloro che Scaligero definiva “Evolomani”), insomma, come a dire, che il colore rosso nulla ha a che vedere con il Rosso!”.


  Concludendo, si può dunque ragionevolmente affermare che il Sufismo ha certamente avuto  influenza su diversi aspetti del Lavoro Muratorio o, per meglio dire, tra questi due Soggetti esistono diversi punti in comune poiché, ciò che appartiene alla Tradizione, è Tradizione essa stessa, come il Fratello Guenon amava dire. In definitiva la Massoneria è un grande veicolo, una summa degli insegnamenti tradizionali ove convergono aspetti provenienti da diverse dottrine, ma con l’unico scopo di portare l’uomo alla elevazione spirituale in modo che egli contribuisca al miglioramento del mondo in cui vive. In questo momento particolare rivolgiamo dunque un amorevole pensiero ai nostri Fratelli Islamici passati e presenti che assieme a noi lavorano per edificare Templi alla Virtù e per scavare oscure e profonde prigioni al vizio.



                               





                                          BIBLIOGRAFIA



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Von Eschembach W. “Parzifal” Ed. Utet.

MONDO ACCADEMICO E MONDI SPIRITUALI

IL  mondo accademico non è in grado,in genere,di esporre correttamente argomenti di contenuto Spirituale. Lo Spirito è una cosa viva,reale: come tale Esso può essere trasmesso unicamente da coloro che REALMENTE lo sperimentino. L’erudizione,la cultura,l’esposizione di eventi ed esperienze fatti da altri è unicamente vuota dialettica ed in ultima analisi si può conoscere realmente solo ciò che realmente si sperimenta. La dialettica,il pensiero riflesso,sono organismi morti,come tali non appartengono al mondo Spirituale che è vivo. Cito due episodi molto significativi accaduti nella mia gioventù: alla fine degli anni’70 del secolo scorso venne organizzato dalla “Fondazione Evola” un importante convegno sulla meditazione. Dopo i primi interventi degli illustri relatori stavo quasi addormentandomi quando,essendo giunto il suo turno di parlare,salì sul palco il Professor Pio Filippani-Ronconi.Costui era un insigne orientalista,allievo di Tucci ed Eliade ma soprattutto era un discepolo di Giovanni Colazza ed un grande amico di Massimo Scaligero. L’illustre cattedratico,ordinario all’Istituto orientale dell’università di Napoli guardò l’attento uditorio e disse:” La sola e vera meditazione è la crocifissione! Buongiorno.” Prima che qualcuno potesse intervenire Egli scese dal palco e guadagnò precipitosamente l’uscita tra lo stupore generale. Da autentico meditatore,da essere che era aduso a sperimentare REALMENTE la pratica meditativa Filippani si rese conto che l’unica cosa da dire era quella. In quel momento prevalse il Suo rigore interiore a dispetto della Sua professione accademica,cioè della Sua “maschera”. Il secondo episodio avvenne durante i primi anni ’80. Al termine di una commemorazione di Scaligero,morto poco tempo prima, andai a salutare un vecchio amico e discepolo di Massimo che avevo conosciuto anni prima:Virginio. Costui lavorava come facchino alla stazione “Termini” ed aveva conseguito unicamente la licenza elementare. Mi salutò con molta cordialità,poi il discorso cadde sulla crescente diffusione delle discipline orientali nell’occidente. “Nun và bene mica,disse Virginio,perché vedi,fijetto bello,lo Yoga nun è adatto all’omo moderno,lo Yoga è come….’na medicina scaduta!”. La mancanza di sovrastrutture culturali e di vuota erudizione da parte di questo mio anziano amico,ma al contempo la DIRETTA sperimentazione dello Spirito Gli avevano permesso  di esprimere con semplicissime ed immediate parole un concetto vivo e pregnante! Il continuo riferimento,da parte di accademici o di improvvisati”guru” a discipline e a metodiche spirituali provenienti dall’oriente vuol dire non tenere in debito conto il ruolo centrale dell’occidente nei tempi moderni. La struttura dell’uomo moderno è profondamente mutata rispetto alle passate epoche di civiltà:è antistorico,perciò contro-iniziatico non tenerne conto. L’uomo è immerso nella materia,è profondamente condizionato dalla tecnologia ed è poco incline oggi ad aprirsi al Trascendente,ma tutto questo era necessario per l’evoluzione umana in previsione della conquista della libertà cosciente. Il progresso scientifico,la tecnologia,l’informatica sono grandi conquiste dell’umanità:pensiamo alla stampa,agli antibiotici,alla luce elettrica,al riscaldamento,alle auto ed agli aerei nonché alla rapidità con cui notizie ed informazioni possono essere inviate a moltissime persone contemporaneamente. Se l’uomo non fa un buon uso di tutto ciò è a causa del mancato conseguimento,da parte della maggior parte degli individui, di un sufficiente livello di coscienza ma non per questo è giusto tornare al medioevo. Tuttavia la coscienza non si consegue attraverso l’intellettualità dialettica ma unicamente attraverso quella diretta sperimentazione dei mondi superiori che ci consente di re-integrare la nostra originaria natura. Steiner ci spiega che i gradi di iniziazione dei Misteri occidentali non consistono affatto nel trasmettere un nuovo sapere intellettuale ma bensì nel trasmutare completamente le forze conoscitive dell’uomo.
Se analizziamo i vari gradi che compongono la piramide Iniziatica del M-M osserviamo che ad ogni grado,soprattutto nella Prima sezione “filosofica”( dal I al XXXIII) vengono inscenati degli autentici”psicodrammi” talvolta con contenuti particolarmente”forti” come nel caso,ad esempio,del IX grado. I nostri Passati Maestri,nella loro saggezza,volevano provocare nei recipendiari dei veri e propri “shocks” che consentissero loro di transitare su un “livello quantico” di coscienza superiore. Il neofita dovrebbe quindi,successivamente,comprendere la chiave”operativa” del grado attraverso una vera introiezione dei Rituali ,dei simboli e delle allegorie del grado medesimo. Ad ogni passaggio di grado dunque,l’individuo dovrebbe trasformarsi,diventare un altro. Da ciò possiamo comprendere quanto profondamente contro-iniziatico sia il principio di conferire i gradi unicamente in base a generiche attribuzioni di “anzianità” o peggio ancora il conferimento degli stessi “sulla spada” malvezzo che,in quest’ultimo caso è per fortuna proscritto nel nostro Regime. Dunque conoscenza attraverso diretta sperimentazione,questo è il cammino Spirituale dei nuovi tempi. Il mondo accademico,culturale,intellettuale,è estremamente lontano da ciò. Coloro che sono stati Iniziati ai Misteri sono spesso lontani anni luce da una REALE conoscenza(rimandiamo al Guenon per le note distinzioni tra Iniziazione reale ed Iniziazione virtuale) ma in Essi è stato comunque immesso un seme che potrà fruttificare in questa o nelle prossime esistenze. Nessun seme viene immesso in coloro che rimangono al di fuori della porta del Tempio,anche se sono persone magari di straordinaria intelligenza e cultura. Essi saranno condannati ad errare nella loro parabola umana senza realmente trovare il bandolo della matassa,anzi spesso finendo per avvitarsi proprio  sulla loro brillante intelligenza dialettica che  gli impedirà di penetrare il cuore delle cose. Nel suo romanzo “Anima Mundi” la brava scrittrice Susanna Tamaro ha ben descritto quanto profondamente incapacitante sia il mondo culturale,intellettuale,culturale e come spesso sia più facile che individui poco cerebrali,irregolari,diversi raggiungano la verità. Ovvio che Noi auspichiamo che tali individui siano ben inseriti nel mondo,al contrario di Walter e Andrea,protagonisti positivi del romanzo della scrittrice triestina. Coloro che sono saldamente inseriti nel mondo e non emarginati da esso potranno avere maggiori opportunità di cooperare attivamente alla non più dilazionabile evoluzione cosciente dell’umanità. Il mondo ha bisogno di gente che mediti ma anche di gente in grado di trasmettere agli altri cosa REALMENTE significhi meditare!

IL PROBLEMA DELLA TRADIZIONE

“Si conosce realmente solo ciò che realmente si sperimenta”:questa affermazione di Massimo Scaligero è di fondamentale importanza se si vuole davvero analizzare con lucidità e serenità il problema della “Tradizione”.La Tradizione è la trasmissione all’Essere Umano dei contenuti Spirituali che provengono dal piano Divino,o,per dirla con Steiner,di ciò che promana dai Mondi Superiori.Parliamo di Tradizione perenne perché perenne è il rapporto dell’Uomo con la Divinità,perenni sono i contenuti morali di tale rapporto,perenne è la tensione dell’uomo verso il piano ad egli superiore.Sono però le modalità che mutano,inevitabilmente seguendo l’evoluzione dell’uomo nelle diverse epoche di civiltà.Sappiamo,anche in virtù della rivelazione del “Maestro dei nuovi tempi”che ad esempio,gli antichi egizi disponevano di forze di veggenza che consentivano loro di beneficiare di un rapporto diretto con la Divinità. Essi in pratica vedevano realmente Ptah,Amon,Ra’,Osiride,Iside,Horus e tutti gli altri Dei componenti il vasto Pantheon della religione egizia.Essi erano in grado di scorgere chiaramente le Forze diverse in cui si parcellizza il principio creatore(Ptah a Menfi,Atum a Tebe)e raffigurate da essi come Dei.Il motivo per cui tali divinità erano spesso zoomorfe(Rà ed Horus falco,Anubis sciacallo,Toth ibis,Sekhmet leonessa etc)va ricercato nel fatto che l’animale,in cui è assente l’organizzazione dell’Io,possiede una fissità,una stabilità,una ripetitività di gesti,reazioni,movimenti,che consente di simboleggiare in modo più adeguato una forza che si vuole raffigurare come perenne.Non sfugge però,agli studiosi della religione egizia che La Divinità Creatrice,il Primo Principio Generatore(diverso nelle varie teologie egizie)non è mai raffigurato come essere zoomorfo.Abbiamo parlato degli egizi ma il discorso potrebbe estendersi ai greci,ai romani,o alle genti dell’Asia e non sarebbe molto diverso.Sappiamo che l’uomo ha perduto gradualmente tale rapporto diretto con il Piano divino,ha smarrito le proprie capacità di veggenza in rapporto ad una discesa sempre maggiore nella materia ed un diventarne sempre più padrone fino a poter intervenire perfino nelle più minute parti dell’atomo.Le scoperte scientifiche,la tecnologia,ha reso l’uomo sempre più distante dai Mondi Superiori ma gli ha fornito la libertà di riconquistare un rapporto cosciente con il Piano Spirituale,partendo dall’unico elemento di cui oggi egli disponga:il proprio pensiero.Il progresso scientifico e tecnologico è figlio di Ahrimane:è consequenziale che le Forze luciferiche  cerchino di controbilanciare tali processi,anche instillando nell’uomo la nostalgia per gli splendori delle passate epoche di civiltà,per l’aureo periodo in cui vive e presenti erano le forze divine nella vita degli uomini:appunto la nostalgia per la “Tradizione perduta”che ravvisiamo in Spengler,in Guenon,in Evola.tale nostalgia ingenera un atteggiamento di resistività ad oltranza,nei confronti della naturale evoluzione delle epoche di civiltà,che porta a crearsi delle barriere che rendono impossibile il reale contatto dell’uomo con il piano Spirituale:l’Uomo Differenziato,di cui parla Evola,diviene un individuo chiuso nella torre d’avorio della”Tradizione”e spesso carico di cinico dispetto nei confronti del”gregge umano”.Val sempre la pena di rileggere(“Zen e Logos”) ciò che Massimo scrive a proposito dei “serpeggiamenti kundalinici”evocati da tale atteggiamento di chiusura,di rivolgimento verso il passato e non di proiezione verso il futuro. Non dissimile è il moto interiore,sempre legato alle forze luciferiche che è alla base del così tragicamente attuale “integralismo islamico”Torniamo però alla frase di Scaligero con cui abbiamo aperto il seguente scritto:Massimo muoveva critiche fortissime ad Evola e Guenon,poiché acutamente osservava che essi avevano sostituito la Tradizione con la dialettica della Tradizione,essendo Essa Medesima un Principio dinamico e non statico che assume modalità diverse in rapporto alla evoluzione del genere umano.Massimo però,non solo conosceva a menadito l’opera di Guenon e quella dell’Evola(oltre che all’opera di Tucci ed a quella di Eliade con cui aveva per anni collaborato nella rivista”East and West)ma conosceva direttamente tali Autori,particolarmente Evola verso cui,in giovane età rivolse la propria attenzione come spiegato  in “dallo Yoga alla Rosacroce”.Massimo aveva direttamente sperimentato le antiche Tecniche spirituali,lo Yoga,la meditazione zen,ottenendo altissimi livelli di realizzazione e comprendendo,per tramite di Rudolf Steiner che il cammino del presente tempo è un altro .Massimo era profondamente cristiano,nel senso più alto e più pieno del termine ma ha scritto(“Rivoluzione,discorso ai giovani) che tre sono i nemici dello Spirito:il cattolicesimo,il marxismo ed il falso esoterismo. Il dare giudizi su opere,autori,tecniche che non si conoscono direttamente è un atteggiamento contrario ai principi della Scienza dello Spirito. Assumere il pensiero di un Maestro,anche il più grande dell’Umanità(questo è ciò che Massimo diceva di Steiner,crediamo che avesse ragione) e farne acriticamente il proprio pensato vuol dire tradire l’insegnamento che Scaligero ha lasciato in dote all’umanità,insegnamento la cui portata sarà compresa pienamente solo tra diversi anni. Parimenti fare della “scolastica scaligeriana”equivale a cadere nella “dialettica della tradizione”di cui sopra,con l’importante notazione che Evola e Guenon erano studiosi seri e rigorosi a differenza di molti facili ed improvvisati “interpreti”del pensiero di Scaligero e con l’ulteriore fondamentale notazione che proprio sulla “scolastica”dell’Opera di Steiner Massimo affermava che si era consumato il tradimento del Dottore. Conoscere ciò di cui si sta parlando è una regola fondamentale per chi pretende di essere un discepolo occulto,altrimenti è meglio tacere. Molti anni fa mi capitò di ascoltare una improvvisata conferenza di un discepolo di Massimo che ad un certo punto cominciò a demolire Jung con affermazioni e considerazioni assolutamente fuori tema ad esempio confondendo in modo evidente le affermazioni di Freud con quelle di Jung. Gli domandai se fosse medico o psicologo,mi rispose di no. Allora domandai se avesse mai letto qualcosa di Jung,ad esempio Psicologia e Alchimia(la filippica verteva anche su temi alchemici con altrettanto evidenti strafalcioni) la risposta stizzita fu”no ma ho sentito Massimo dire che Jung non andava bene”!Questo lo ho sentito dire anche io ma Steiner diceva”non credete a qualcosa solo perché la dico io ma verificatela personalmente”.
Posso affermare che ciò che Massimo ha detto e scritto su Evola e Guenon(che comunque rispettava e stimava,al primo voleva anche molto bene)è esattamente rispondente al vero poiché ho letto praticamente tutto ciò che questi autori hanno scritto altrimenti non ne parlerei. Rabbrividisco quando qualcuno vuole ergersi a custode o interprete dell’insegnamento di Scaligero,quando qualcuno vuol spiegare quale è il modo corretto di fare concentrazione o meditazione o equanimità. Massimo non ha mai fatto parte di associazioni Iniziatiche o Esoteriche strutturate,lasciando liberi tutti di seguire le proprie personali inclinazioni ,spesso legate al proprio individuale karma.Conosco discepoli di Massimo che mantenendo assoluta fedeltà al suo insegnamento recitano allocuzioni agli Dei di Roma ed altri che con altrettanta fedeltà recitano il rosario.Il canone della liberazione del pensiero è applicabile da tutti Cristiani,Pagani,Buddhisti o Mussulmani che siano:Manuale Pratico della meditazione e Tecniche della Concentrazione Interiore sono due libri chiarissimi:non c’è bisogno d’altro se non di fare davvero ciò che in tali testi viene indicato,compreso lo smettere di cercare stampelle su cui appoggiarsi.

Il Catechismo della Stella Fiammeggiante

Claude Henry Theodor,Barone di Tschudy,era nato a Metz,in Francia,il 21 agosto 1727.La famiglia era originaria della Svizzera,il padre era Consigliere del Parlamento di Metz,poiché la Alsazia,regione di cui Metz era la capitale,possedeva una vasta autonomia e quindi un proprio Parlamento. A soli 17 anni il giovane Claude andò in Italia dove fu arruolato,come cadetto,nel reggimento Svizzero,di stanza a Napoli,comandato dallo zio. Iniziato alla Libera Massoneria di Rito Scozzese nella loggia militare del suo reggimento,il barone Tschudy conobbe Raimondo De Sangro, Principe di S.Severo e Gran Maestro della Massoneria Napoletana,entrando così a far parte della Loggia “La Perfetta Unione”di cui Don Raimondo era il Maestro Venerabile,dell’Ordo Aeghypti,seu Mizraim e della Rosa D’Ordine Magno(anagramma di Raimondo De Sangro) fondate dal Principe di Sansevero.Questi,attraverso Fulvio Gherli,pesarese e docente di medicina all’Università di Napoli,era stato iniziato agli Aurei Insegnamenti dell’Ordine Egizio trasmessi allo stesso Gherli dal Suo Maestro,Francesco Maria Santinelli,alias Frà Marcantonio Crasellame Chinese,anche Egli nativo di Pesaro.Santinelli era stato allievo sia di Sandivogius che del misterioso Federico Gualdi,che era tedesco(il suo vero nome era Friderich Walter)ed esercitava l’Alchimia a Venezia.Raimondo de Sangro fu il Mentore ed il Maestro di Tschudy.Moltissimo è stato scritto su questo straordinario personaggio che diede una forma massonica agli antichi Insegnamenti Sapienziali ricevuti dal Gherli ma anche appresi tramite la comunità di origine egizia che ancora sopravviveva nelle adiacenze di Piazzetta Nilo ove sorgeva il palazzo dei Principi Sansevero e dove,peraltro è ubicato anche il convento di S.Domenico Maggiore ove studiarono Bruno e Campanella. La famiglia De Sangro aveva come proprio capostipite il longobardo Berengario,primo Conte dei Marsi che per linea materna,discendeva dalla famiglia Reguardati dei Conti di Norcia a cui apparteneva San Benedetto.E’singolare che molti furono i Benedettini che ebbero un ruolo determinante nel futuro Ordine massonico Egizio fondato da Raimondo:Abate Benedettino fu Dom Pernety che costituirà “L’Ordine degli Illuminati di Avignone”ispirato agli insegnamenti di Tschudy .Abate Benedettino fu Don Nicola Palomba,discepolo del figlio di Raimondo,Vincenzo,che trasmetterà il “Regime di Napoli”(Arcana-Arcanorum)ai francesi Gad Bedarride, Jouly,Garcia e Gaborroso consentendo la sopravvivenza della Tradizione Iniziatica. Abati Benedettini furono infine  sia Don Paolo Marino,Maestro di Eliphas Levi ed Iniziatore del Barone Spedalieri,di Giustiniano Lebano e di Pasquale De Servis(Izar) sia il calabrese Don Domenico Angherà ,animatore di varie Loggie Egizie nel mezzogiorno d’Italia. Don Raimondo fu figlio e sposo di due Cajetani,ramo Aquila-Aragona:la madre fu Donna Cecilia(a cui Don Raimondo era devotissimo ed alla quale dedicherà la celebre Cappella dei Sansevero),la moglie(madre quindi di Don Vincenzo) fu invece la cugina Carlotta.,nata appunto anch’essa Cajetani d’Aragona-Aquila.I misteri dell’Ordine Egizio,negli ultimi 3-4 secoli sono stati dunque perpetuati attraverso tre Famiglie tra loro imparentate: I De Sangro,Principi di Sansevero,i D’Aquino,Principi di Caramanico(di tale Casato faceva parte anche San Tommaso d’Aquino,nonché Luigi,Maestro di Cagliostro e cugino di don Raimondo) ed i Cajetani(Caetani nella dizione moderna)Principi di Teano e Duchi di Sermoneta,a tale ultimo Casato apparteneva Don Leone Caetani,ultimo Sommo Pontefice dell’Ordine Egizio.Tutti coloro che hanno avuto un ruolo nella trasmissione del Magistero dell’Ordine appartenevano o erano imparentati a vario titolo, con una o più di queste Famiglie. Venendo ora all’ oggetto del nostro discorso,è  proprio agli insegnamenti del Santinelli(la cui Ode alchemica viene integralmente riportata, come risposta ad una domanda) che Tschudy si ispirò nel suo “Catechismo della Stella Fiammeggiante”. Dopo le persecuzioni antimassoniche messe in atto dal Tanucci a Napoli a seguito della enciclica di Papa Lambertini(Benedetto XIV),Tschudy dovette  infatti fuggire e nascondersi nelle terre pugliesi di Raimondo de Sangro per poi abbandonare l’Italia.Si recò in Olanda e poi in Russia,quindi ritornò nella natia Francia,stabilendosi prima a Marsiglia(ove entrò in familiarità con Dom Pernety),poi a Parigi ove morì nel 1769 a soli 42 anni. In Francia egli creò L’Ordine della Stella Fiammeggiante (L’Etoile Flamoyante) ispirato dagli insegnamenti di Don Raimondo e che era diviso in soli 3 Gradi:Apprendista,Compagno e Maestro. Riteniamo estremamente utile riportare l’art.3 dello Statuto di tale Ordine:”bisogna fare riferimento alla prudenza di coloro che si assoceranno,i quali,secondo il tempo,il luogo e le necessità,ammetteranno più o meno persone al loro interno. Essi terranno soltanto a mente che la vera filosofia(ovvero l’Arte di Ermete,nota) non si accorda affatto con una moltitudine di persone e che perciò sarà sempre più  sicuro limitarsi ad un piccolo numero.” Molto utile richiamare anche quanto prescritto dall’art 9 “…che a tutte le buone qualità si aggiunga un silenzio incorruttibile,e uguale a quello che Arpocrate( Ar-Poor- Krat,il dio Egizio del silenzio,nota) sapeva così bene conservare;poiché se un uomo non sa tacere e non sa parlare che quando occorre,non avrà mai il carattere di un autentico e perfetto Filosofo”.Il grande Occultista Francese Eliphas Levi(Louis Alphonse Costant) definiva “Il Catechismo della Stella Fiammeggiante”la più esplicita Opera sul cammino Ermetico mai scritta.In tale Opera il Fr.Tschudy tratteggia,velando,ma non troppo,quel cammino di Re-Integrazione(Osifiricazione)proprio della Via Iniziatica Egizia-Mediterranea-Ermetica tesa al congiungimento del proprio Maschile(Zolfo)con il proprio Femminile(Mercurio)per la realizzazione della “Grande Opera”.Evidente la analogia con le Scuole Tantriche del Tibet(unione di Yab e Yum) e con le Scuole Cinesi della antica Alchimia Taoista(unione dello Yang e delloYin).Tale cammino viene indicato anche dal nostro Fratello Jung(Psicologia ed Alchimia)quando  fa riferimento alla unione dell’Animus(Maschile)con l’Anima(Femminile)per la realizzazione di quella che Egli definisce “Coniuctio Oppositorum”.Si badi bene che tali sono ESCLUSIVAMENTE Operazioni Interiori prive di alcuna REALE connessione con le aberrazioni(magia sessuale e similaria)in cui molti stolti(compresi nomi famosi del”Millieur”Esoterico)sono caduti e continuano a cadere. Analogamente,i termini”minerali”,”elementi”, “vasi” etc. alludono non già,come supposto da molti ingenui, ad operazioni di tipo “parachimico”(onde la definizione della Chimica di”figlia saggia di madre folle”-appunto l’Alchimia) ma a precise tecniche che L’Iniziato attuerà nel suo “athanor”ovvero in se stesso.  Il Catechismo della stella Fiammeggiante è dunque parte integrante del patrimonio Iniziatico dell’Ordine Egizio:ad Esso dunque,bisogna accostarsi,con lo Spirito predisposto ad accogliere gli Aurei insegnamenti che contiene.



Traduzione di un antico testo egizio intagliato
SULLA PORTA DI UN ANTICO E SACRO SITO

Finalmente ho raggiunto il MIO traguardo e risolto il segreto della mia anima: Io sono QUELLO a cui rivolgevo le preghiere, QUELLO a cui chiedevo aiuto. Sono QUELLO che ho cercato. Sono la stessa vetta della MIA montagna. Guardo la creazione come una pagina del MIO stesso libro. Sono infatti l’UNICO che produce i molti, della stessa sostanza che prendo da ME. Poiché TUTTO è ME, non vi sono due, la creazione è ME STESSO, dappertutto. Quello che concedo a ME stesso, lo prendo da ME stesso e lo do a ME stesso, l’UNICO, poiché sono il Padre ed il Figlio. Quanto a quello che voglio, non vedo altro che i MIEI desideri, che sgorgano da ME. Sono infatti il conoscitore, il conosciuto, il soggetto, il governante ed il trono. Tre in UNO è quello che sono e l’inferno è solo un argine che ho messo al MIO stesso fiume, allorché sognavo durante un incubo. Sognai che non ero il SOLO unico e così IO stesso iniziai il dubbio, che fece il suo corso, finché non mi svegliai. Trovai così che IO avevo scherzato con ME stesso. Ora che sono sveglio, riprendo di sicuro il MIO trono e governo il MIO regno che è ME stesso, il signore per l’eternità.